Caccia al tesoro in Giappone: il restauro del mio Game Boy Pocket

Ogni volta che vado in Giappone ho preso l’abitudine di dedicarmi a una piccola caccia al tesoro: trovare e acquistare qualche console retrò a pochissimi yen.È diventata quasi una tradizione personale, un modo per riportare a casa un pezzo di storia videoludica.
Tra i miei luoghi preferiti ci sono i negozi della catena “Off” come Hard Off, Hobby Off e altri negozi, a volte senza nemmeno un nome esposto, che vendono usato: ogni scaffale può nascondere una sorpresa.

Hard Off Junk
Può sembrare confusionario ma il piano “junk” degli Hard-Off è ben classificato e si sa sempre cosa cercare e dove cercarlo.

Lo scorso giugno, per esempio, mi sono imbattuto in un bellissimo Game Boy Pocket del 1996, classificato come “Junk” (ossia venduto come non funzionante o con difetti). A dispetto di questa etichetta, la console era perfettamente funzionante: l’unico problema riguardava lo schermo, completamente compromesso dalla pellicola polarizzata ormai deteriorata.

Il Game Boy Pocket (da qui in avanti GBP) è una console davvero affascinante. Fu commercializzato nel periodo di transizione tra l’ormai morente Game Boy classico e il neonato Game Boy Color. Nintendo lo lanciò come una revisione “premium” del primo Game Boy, più sottile, leggero e con un display migliorato (finalmente privo di quella fastidiosa sfumatura verde tipica del modello originale).
Nonostante ciò, non fu considerato un passo avanti rivoluzionario: utilizzava soltanto due batterie mini-stilo (AAA), la cui durata era piuttosto limitata, e non introduceva funzioni davvero nuove. Oggi, però, è ricercato dagli appassionati proprio per il suo design elegante e minimalista.

Con il tempo, molti Game Boy hanno sviluppato un problema comune: la pellicola polarizzata che filtra la luce dello schermo tende a degradarsi. Col passare degli anni, il materiale subisce una lenta ossidazione e un’alterazione della sua capacità di polarizzazione, provocando immagini sbiadite, colori invertiti o addirittura schermi completamente scuriti, al punto da sembrare spenti, in alcuni casi il collante che c’è tra la pellicola e lo schermo tende a prendere umidità o acqua dando la sensazione che lo schermo possa essere bruciato e danneggiato irrimediabilmente.

La luce non polarizzata viene “corretta” dalla pellicola polarizzata permettendo di essere filtrata in maniera “lineare” cosi da vederla correttamente

Ma che cos’è esattamente questa pellicola? Si tratta di un sottile film di materiale plastico che funziona come un filtro ottico: lascia passare solo la luce orientata in una determinata direzione (la cosiddetta polarizzazione) e blocca il resto. Nei display a cristalli liquidi (LCD) il passaggio della luce viene modulato proprio grazie a questa caratteristica. Senza la pellicola polarizzata lo schermo appare completamente nero o riflette in modo caotico, rendendo invisibili le immagini. Se la pellicola invecchia e perde le sue proprietà, il filtro non lavora più correttamente e l’immagine risulta distorta o assente.

Le soluzioni possibili sono due: sostituire completamente lo schermo con un moderno IPS, che garantisce colori più vividi, retroilluminazione e un’esperienza di gioco nettamente superiore, oppure affrontare un meticoloso lavoro di restauro della pellicola originale. Io ho scelto la seconda strada, perché volevo mantenere la console il più possibile fedele all’originale.

Per rimuovere la pellicola danneggiata ho utilizzato una lametta da modellismo, sollevando delicatamente i frammenti rimasti attaccati al vetro. È stata un’operazione che ha richiesto pazienza e mano ferma, ma è l’unico modo per staccare la vecchia pellicola senza rischiare di graffiare lo schermo. Una volta eliminata la parte principale, mi sono dedicato alla pulizia approfondita: con abbondante alcol isopropilico e un panno morbido ho rimosso ogni residuo di colla e di pellicola, continuando finché la superficie non è tornata completamente trasparente, come nuova.

Ho acquistato la nuova pellicola su AliExpress. Anche se i tempi di spedizione non sono brevi, la qualità è ottima e il prezzo davvero conveniente.
Solo a quel punto ho potuto posizionarla. È importante sapere che queste pellicole hanno un angolo di polarizzazione specifico: se applicata in maniera errata, lo schermo apparirà scurissimo o i colori risulteranno invertiti. Perciò l’ho appoggiata senza incollarla, ruotandola lentamente finché non ho trovato la posizione che garantiva la massima visibilità dell’immagine. Dopo aver segnato l’orientamento, ho ritagliato la pellicola su misura, ripulito lo schermo per eliminare eventuali granelli di polvere e infine l’ho incollata facendo attenzione a evitare bolle d’aria.

Il risultato è stato davvero soddisfacente: il mio Game Boy Pocket ha riacquistato vita, mantenendo però il suo aspetto originale. Vedere il logo Nintendo riapparire nitido all’accensione è stata una piccola emozione, un tuffo nel passato. Conservare e restaurare queste console è un po’ come tramandare un pezzo di storia: ogni volta che il logo Nintendo torna a illuminarsi sullo schermo, è come se rivivessero anche i ricordi di un’intera generazione. È un lavoro che richiede tempo e precisione, ma la soddisfazione di restituire a una console di quasi trent’anni la sua funzionalità originale non ha prezzo.

Di sciascillo

Figlio di un gamer, fan di Hideo Kojima. Temuto da tutti gli all you can eat, sempre alla ricerca di pettegolezzi su reddit e 4chan. Da più di dieci anni rompo le scatole a Bass e Zechs di Akiba Gamers. Ha viaggiato tanto ed ha conquistato il mondo, quello piccolo di The Settlers.

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